Progetto site specific, 7 lettere di legno rivestite di piombo,
250×150 cm
Courtesy dell’artista e del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
Ho scelto di installare quest’opera nel foyer del terzo piano del Mart in modo che chi salisse le scale si trovasse ad una distanza che non gli permettesse di cogliere immediatamente il senso della frase. Le lettere, infatti, sono messe ognuna alla stessa distanza dall’altra in modo tale che non vi sia spazio tra la parola NO e la parola ENEMY. Questa disposizione confonde immediatamente l’osservatore, ciò a cui si trova di fronte è una parola che non capisce e che allo stesso tempo si impone alla sua vista in modo monumentale e dirompente. La visione unitaria non permette la comprensione del significato. L’opera si fa metafora dell’ambiguità che anima la rappresentazione ed incarna dal linguaggio, che , attraverso la dialettica, “definisce” ciò che qualcosa è nel dire cosa allo stesso tempo non è. Allo stesso modo l’identità ed il nemico si formano reciprocamente, in una dialettica che serve a sostenersi, per non rimanere uno orfano dell’altro e perdere così la propria ragion d’essere. Negli spazi, nelle intercapedini che ospitano l’ambiguità, ciò che esattamente non può esser definito, si trova uno spazio fertile che si sottrae ai dualismi e gli antagonismi dialettici.