Attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi – performance, installazione, scultura, suono, video – il mio lavoro esplora le politiche e le pratiche del corpo con una particolare attenzione alle forme più sotterranee di assoggettamento. La mia ricerca indaga la dimensione politica dell’intimità poiché essa è il terreno in cui si radicano le forze più misteriose di ognuno. Osservando con sospetto il rapporto tra le relazioni e gli oggetti, che si offrono sempre più come simulacri degli aspetti più reconditi delle dinamiche relazionali, il mio lavoro opera una ricognizione sul domestico e sulle sue tensioni più profonde. Ritengo infatti che la violenza sia un linguaggio e che proprio l’ambiente domestico sia il luogo in cui primariamente si venga addomesticati alla possibilità della violenza stessa.